Documento ufficiale della mobilitazione di venerdì 5

Cos’è la riforma Fioroni? 

Per “Riforma Fioroni” si intendono tutti quei provvedimenti che il nostro amico Giuseppe ha preso in questo primo anno e mezzo da ministro.

Questi, perlopiù taciuti dai giornali, sono passati con gli stratagemmi più strani: una volta come circolare, una come decreto ministeriale, una volta in mezzo alla legge sui costi di ricarica dei cellulari(!).

Nel complesso ne emerge uno stravolgimento totale del sistema scuola:

 

Privatizzazione della scuola pubblica Disegno di legge 707, articolo 13

(www.governo.it/governo/informa/dossier/cittadino_consumatore/dl_707.pdf)

 

·        Equiparazione di Scuole a Fondazioni: Sancisce la possibilità per aziende, enti locali, operatori del terzo settore, di entrare nel C.D.A. delle scuole attraverso donazioni.

Questo permetterebbe l’autonomia fiscale delle scuole che economicamente dipenderebbero totalmente dalle aziende, che con in mano quest’arma di ricatto, potranno amministrare le scuole a loro piacimento.

·        Creazione di poli provinciali per l’istruzione tecnica: Si tratta di una sorta di “centro di smistamento schiavi” presente in ogni provincia che si occuperà di fornire manodopera non pagata alle aziende, attraverso il famigerato meccanismo degli “stage”.

Ciò evidenzia come sia strumentale l’innalzamento dell’obbligo a 16 anni quando la scuola per qualcuno sta diventando lavoro non pagato.

 

Voto di Religione nella media per i crediti Ordinanza Ministeriale 26_07 (www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/allegati/om26_07.pdf)

 

Dopo una lunga serie di ricorsi, appelli e controricorsi, Peppe l’ha spuntata ed è riuscito a far sì che il voto in religione concorra a formare la media in base alla quale viene attribuito il credito formativo. Questo avvantaggia lo studente che si avvale dell’insegnamento della religione cattolica, che studiando due paginette del libro di catechismo vedrà alzarsi il voto di maturità. Ricordiamo che tuttora l’insegnante è nominato direttamente dal Vescovato.

 Esame di riparazione, debiti e esame di maturità Legge 1/2007

Queste leggi riformano l’esame di maturità e le norme relative al recupero dei debiti formativi. Prevedono l’aumento di influenza del credito formativo sulla valutazione finale, che attraverso gli accordi di Luglio tra Beppe e Mussi (ministro dell’università e della ricerca) peserà maggiormente sulla possibilità di entrare all’università, rendono tassativo il recupero dei debiti contratti e reintroducono l’esame di riparazione a settembre. Nonostante questo, i dati del ministero relativi allo scorso anno sono inquietanti: 13,7% di bocciati ( cioè in media, su venti ragazzi che si iscrivono al primo anno di liceo, solo 10 lo finiranno in 5 anni); il 41% degli studenti ha preso debiti e solo uno su quattro di questi li recupererà. Da una parte queste norme tentano di rendere la scuola pubblica sempre più selettiva, dall’altra le scuole paritarie, tanto care a Peppe, si arricchiscono con i “due in uno” stile supermarket.

 
Modifica dello statuto degli studenti e delle studentesse

-Provvedimenti disciplinari: Inasprimento dei provvedimenti disciplinari, tra cui la possibilità di sospendere uno studente per più di 15 giorni e/o escluderlo dagli scrutini di fine anno o dall’esame di maturità in caso commetta un reato “proporzionalmente grave”. È evidente la totale arbitrarietà con cui il dirigente scolastico può decidere di bocciare uno studente che ad esempio occupa scuola o fuma uno spinello. Questa norma, approvata per contrastare il fantomatico “bullismo” si occupa invece di reprimere qualsiasi comportamento “altro”.

Nel frattempo, dopo che l’anno scolastico si è aperto con numerose cattedre vacanti e l’anno scorso si era chiuso con un insegnante su quattro che si dava malato per non fare gli esami, il ministro ha previsto un ulteriore taglio di oltre 33.000 unità in 3 anni al corpo docente.

Le scuole cadono a pezzi, le iscrizioni sono aumentate di altre 6.000 unità e il ministro si limita a “mettere una pezza” la dove la situazione è ormai insostenibile (acqua dai tetti, aule nei sottoscala…) evitando di affrontare realmente il problema con la costruzione, ad esempio, di nuove scuole, e aumentando di conseguenza il meccanismo malato di furti di aule, succursali di tre aule, sezioni spostate in edifici di altre scuole.

 

Aumentano infine i costi della scuola: sempre più cari i libri, sempre più alti i contributi “volontari”, aumentati in media del 50% in tre anni.

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